“- Vorrei diventare shosha-man di una grande azienda come la Goshima.

– Sei ambizioso! In quell’ambiente la concorrenza è spietata.

– Certo, perchè gli shosha -man sono pagati profumatamente.

– Ma li spediscono ovunque, anche nelle regioni africane più sperdute.”

Cinque personaggi si raccontano e ci conducono all’interno della cultura giapponese, fornendoci un ventaglio di punti di vista diversi intorno a temi importanti quali la dedizione al lavoro, l’idea di famiglia, la sessualità e l’amore, l’educazione.

Tre generazioni si susseguono e si intrecciano intorno ad avvenimenti storici fondamentali della storia recente giapponese ( l’occupazione della Manciuria, la Seconda Guerra Mondiale, il boom economico, il terremoto di Kobe )  facendoci percepire come queste vite siano interconnesse da un filo sottile, all’interno di un destino più grande. Lo stile è asciutto ed essenziale eppure i frequenti riferimenti alla natura, ai paesaggi e alle cose non dette, creano un’atmosfera poetica e commovente.

“Ripenso alla leggenda dell’imperatore Jinmu. Yamato è il cuore della storia giapponese. La sua corte si trovava nel bacino di Nara. Mi ripeto: Nara, Yamato, Azika-shima, Akitzu, Tonbo, Giappone. Mia figlia ha scelto il nome Tonbo per il juku. Aveva solo tre anni. Ovviamente non sapeva che questa parola avesse ramificazioni tanto profonde da spingersi fino a quell’epoca mitica. … se mio padre avesse aperto un juku tutto suo, anche lui l’avrebbe chiamato Tonbo? o forse Akitsu? Riguardo la foto delle libellule sul ritaglio di giornale. Sorrido: Che Fantasia! Nella forma del suo paese, l’imperatore Jimnu vedeva due libellule che si accoppiano.”

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